Poter annoverare tra il popolo dei motociclisti un genio indiscusso della letteratura come Franz Kafka è un privilegio ed un orgoglio non da poco!
Infatti lo scrittore "cecoslovacco" è stato un assiduo motociclista. Ma questo non deve trarci in inganno. Il motociclismo non deve essere inteso solo come forma di evasione che pervade Kafka, ma come forma di ispirazione e di esorcismo di quello che il nostro genio è stato.
Pensate a Franz Kafka che in una lettera a Max Brod scrive "vado molto in motocicletta". Siamo nel 1907 e il nostro protagonista ha 24 anni. Nell'Impero Austroungarico si stimano 5387 motociclette. Da una condizione abbastanza comune il nostro scrittore trae ispirazione per un racconto intitolato "Un incrocio" e datato 1917. In questo racconto Kafka inventa un animale che è per metà agnello e per l'altra metà gatto. Osservando con attenzione il mezzo usato dal "ceco" possiamo dire che si tratta di una "grossa biciclettona" con installato un motore a scoppio e una primordiale trasmissione a cinghia tipica di quell'epoca. La moto è una Laurin & Klement del 1903 costruita a Jungbunzlau (Mladà Boleslav in boemo e Bumsla in ebraico e latino). Il modello si chiama "Odradek", un nome che avrà una valenza centrale in tutta la vicenda. Franz Kafka è uno scrittore della fu Cecoslovacchia, di religione e "razza" ebrea che lo pone ad interrogarsi sul suo essere "ebreo" in modo arcaico e allo stesso tempo occidentale. L'Odradek è una moto, un mezzo che una volta avviato si muove. Per un animale come per un bambino o per un uomo primitivo, ciò che si muove è "vivo". Nello scrittore erano presenti due realtà che non gli appartenevano, ma con la quali doveva fare i conti. Quindi la moto Odradek è l'animale che prima è agnello, ma col passare del tempo è sempre più gatto. Un incrocio che ci fa riflettere sul conflitto che l'ebraismo arcaico di Kafka ha con il suo essere allo stesso tempo occidentale e tendenzialmente germanico.
Molto probabilmente, Kafka andava in moto come molti a quell'epoca e come molti andava a donne e a giocare a tennis, ma il punto cruciale di tutta questa storia e sul quale vale la pena soffermarsi è il fatto che uno scrittore geniale come lui si sia trovato a raccontare quello che per natura aveva segnato la sua esistenza tramite un oggetto come una moto che a sua volta e per sua natura è ancora un ibrido di quello che "sarà" poi in futuro. C'è una forte ambiguità nell'oggetto (la moto) di Kafka. La moto è uno dei simboli del novecento e Kafka è a detta dei più bravi critici e scrittori il migliore del secolo appena trascorso. Se per tutti noi appassionati, la moto e andare in moto è la proiezione di noi stessi, allora è obbligatorio riconoscere che qualcuno con un'insospettabile vena letteraria è arrivato prima di noi! Grazie Kafka!
Per saperne di più :Odradek che racconta un aneddoto chiave e interessante.
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