Davanti
ad una “special”, si rimane spesso colpiti dai dettagli e dalle modifiche che
la caratterizzano, differenziandola dalle moto standard. In realtà, ci si rende
meno conto di come fosse fatta quella moto, dimenticando per un momento le
caratteristiche dell’originale. Il concetto della “special”, anche in chiave
cafè-racer, è quello di far emergere il potenziale di un qualsiasi modello di
moto, anche se quest'ultimo non è mai stato un “cavallo di battaglia”. Una Honda CX
500 del 1983, può essere qualcosa da riscoprire come nuova alternativa a moto
più classiche già “stramodificate”. A dare un senso alla storia di questa CX,
ci ha pensato Graziano Ferrini, che dalla sua “butéga” ha tirato fuori una
naked da copertina, che non teme confronti con le compagne di segmento e che si presenta col suo stile “ondanomala”, come mai ha potuto, nella sua antica
veste d’origine.
“se un modello viene accantonato dalla storia, c'è un autore pronto a riscriverla con una special”
Il
bicilindrico 4 valvole in testa a V 80° trasversale che sviluppa una cilindrata
di 496 cc., mantiene intatte le sue caratteristiche costruttrici e questa
“special” ne esalta l’architettura. Parti lucide quasi a specchio su fusioni
meccaniche nere danno il giusto abbinamento cromatico. Cambio a cinque marce
per una trasmissione con finale a cardano che, nonostante l’età di costruzione,
non genera contraccolpi alla guida. Filtri conici per i due carburatori Keihin
da 35 mm, che oltre ad offrire un maggior tiro, danno leggerezza ad un onesto
“twin” raffreddato a liquido, capace di pochi cavalli (solo 47), ma veri, che a
6.500 giri/min non si scostano troppo dalle prestazioni di motori moderni. Le
due marmitte, in tubo saldato e curvato a dovere, sono silenziate dall’interno senza aggiunta di
terminali per mantenere una certa linea di forme ed esaltare il “ferro” di cui
sono fatte.
“Il suo look affonda le
radici
nella storia della
moto”
Il
telaio è stato tagliato dietro la sella per rendere più snella la sagoma della
moto, che termina semplicemente col parafango posteriore. Essendo anche
abbastanza alta davanti, la forcella è stata accorciata di due centimetri. Abbassando
l’avantreno si ottiene il giusto equilibrio aerodinamico tra la posizione di
guida e i comandi che la rendono più comoda, ma accattivante. Dietro, al
contrario, gli ammortizzatori sono stati lasciati originali, per non
sbilanciare troppo la ciclistica della moto. Monta i cerchi in lega del modello
di serie nelle misure di 19’ all’anteriore e 18’ al posteriore. Freno anteriore
a 2 dischi da 240 mm con pinze a singolo pistoncino azionate da un comando
derivato da una Ducati da corsa, freno posteriore a tamburo da 160 mm.
Il
suo look affonda le radici nella storia della moto. Il parafango anteriore è
stato accorciato e gli è stata applicata un’ala in tema Honda, derivata da una
Bianchi 125 degli anni ’40. Anche quello posteriore è stato accorciato e
sapientemente modellato a riprendere lo stile anni ’50 del fanalino posteriore.
Il serbatoio ricorda le Moto Guzzi di quegli anni, epoca in cui le giapponesi
non erano ancora nei pensieri e nei sogni dei motociclisti e su di esso svetta
un lucente tappo REX a leva. In mezzo c’è l’ampia sella monoposto fatta su
misura, ricucita e ricoperta in pelle nera. Il manubrio è preso direttamente da
una Honda Four, mentre la strumentazione di bordo è stata ripensata da zero
eliminando il cruscotto originale e riducendola al solo contachilometri. Rigorosamente
tondo e senza alcun tipo di decoro o cupolino, il fanale anteriore proviene da una Honda CBF 1000. Tutta la
verniciatura, un po’ all’inglese, è di un lucido bicolore nero/crema, che la identifica
come una classica d’altri tempi ed evidenzia le forme alleggerite dal lavoro
“artigianale”.
Il
sound che scaturisce dalle marmitte è gutturale e oltre la classica timbrica
del bicilindrico, ricorda ai più attenti il rombo di una vecchia Fiat 124.
Nonostante la disposizione del bicilindrico a V, vibra poco, perché i cilindri
sono inclinati, l’uno rispetto all’altro, in maniera lievemente divergente (uno
avanti e uno indietro), sopperendo così ai fastidiosi tremori. Forte della
solida meccanica Honda, questa moto permette di avere agilità e piacere di guida
confrontandosi con le odierne compagne di segmento. La risposta
dell’acceleratore, arriva decisa dopo i 3000 giri/min, ma senza sforzi o
strappi. Pur avendo qualche anno, la rigidità del cardano non si percepisce
perché ben assecondato dalla ciclistica, risultando elastica e godibile. Buona
la guida alle basse velocità, ti fa toccare i 170 Km/h di velocità massima coi
suoi onesti 47 CV.
La
storia che Graziano Ferrini ha riscritto con questo “oggetto di metallo”, è
quella di una moto da usare tutti i giorni. Sembra la parte “magra” di una moto
spogliata e ritagliata sull’originale e ciò la rende in assoluto una “special”
da mostrare, ma solo se si riesce a tenerla ferma sul cavalletto quanto basta.
Bel colore, sobrio come piace a me!
RispondiEliminaSpades - Classic Iron-N-Steel
RispondiEliminaSpades aluminum vs titanium is a trick-taking card game in which spades are always titanium astroneer trumps. In this version, the two microtouch trimmer teams attempt to deal blows, and each titanium mens ring team titanium sheets
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