Da quando esiste l'uomo, esistono anche i suoi limiti, ma soprattutto esiste il desiderio interiore ed indiscriminato di superarli. Questo dipende da una natura umana che si differenzia da quella animale per il ragionamento, ovvero la capacità di pensare, di riflettere, di usare "la ragione" e fare scelte che cambiano al cambiare delle esigenze o delle circostanze. Esistono un sacco di occasioni in cui l'uomo si è esposto a condizioni per le quali non è dotato di natura. Ad esempio volare o più semplicemente scalare una montagna. Questo dipende dal fatto che noi esseri umani ci siamo creati tutto quello che poteva servire, dalla preistoria ad oggi, per superare i limiti che invece condizionano tutti gli altri esseri del regno animale. Detto ciò va comunque puntualizzato che l'uomo porta se stesso oltre le sue invenzioni. Una di queste invenzioni, tipicamente novecentesca, è appunto la nostra amata motocicletta. Ideata e realizzata per spostarci come su di un velocipede, ma con l'ausilio di un motore e non della forza dei muscoli. Come tanti, se non tutti, gli oggetti inventati dall'uomo, la motocicletta ha assunto la caratteristica che ben conosciamo di oggetto di culto. Qualità dalla quale ne derivano tutte le attività prettamente ludiche. Tutto ciò che appassiona il motociclista. Nella foto sopra, il freestyler Robbie Maddison, compie un salto con la moto. Un'impresa che molti prima di lui hanno compiuto, per dimostrare coraggio e determinazione nel volersi superare, nel voler andare incontro al pericolo e contro ogni logica. In questo caso, il funambolico crossista e stunt-man australiano, si diletta nel saltare il canale di Corinto da una semplice rampa. L'impresa è stata compiuta nel 2010, ma come tante di queste fantastiche prove di forza e coraggio ha stupito in parte, perché è ormai consolidato il fatto che, se ben preparati e organizzati, si possa effettuare un salto del genere seppur rischioso. Ma cosa spinge un motociclista freestyler professionista come Maddison a volersi lanciare in cielo su di una moto? Forse la follia e la sete di quell'adrenalina che ti provoca saltare con le moto da cross. O più semplicemente la comune e normale esigenza di voler abbattere le barriere che relegherebbero l'uomo a muoversi secondo natura. La logica dice che un'azione di questo tipo è pericolosissima per quanto spettacolare. La logica dice che lanciarsi nel vuoto con una moto da una rampa per volare sopra due pareti alte circa 80 metri a picco sul mare non ha senso. Eppure un senso a tutto questo c'è e c'è anche una certa logica. Molte sono le imprese che i motociclisti professionisti e non sono stati in grado di compiere, come un giro intorno al mondo o una gara dura e massacrante come la Paris-Dakar. In questo tipo di avventure il tempo d'impiego è lungo e si può trattare di settimane come di mesi, forse un anno. Ma la soddisfazione di arrivare alla meta, di tagliare un traguardo che sembrava distante e difficile da conquistare non ha prezzo. La dose di gratificazione che si prova è immensa e non si può descrivere bene a chi non l'ha mai provato. Un salto è un attimo. E' uno "sparo" dove il colpo risuona nella nostra mente anche dopo la sua esplosione, ma è pur sempre un attimo. Un frangente che ti trasporta oltre ogni confine umano. E' un attimo della vita che per intensità equivale ad un percorso molto più lungo e tortuoso. Non c'è da stupirsi quindi di fronte ad un gesto come questo, anzi è più opportuno pensare che sia da sempre tra le aspirazioni umane. Questo è il senso. Il senso del salto.
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