Fabrizio Pirovano è stato uno dei "fondatori" del mondiale Superbike, non inventando quelle corse s'intende, ma piuttosto un modo di farle, d'interpretarle e di vincerle. E quando non le ha vinte, ha venduto cara la pelle poiché, crescendo nel motocross, è approdato al mondiale delle derivate serie con lo spirito giusto, quello che ti fa guidare sopra i problemi e ti rende forte quando le condizioni sono critiche come sotto la pioggia. Ha contribuito alla popolarità di questa categoria e del movimento che la segue da quasi trent'anni. Iniziando a correre dalla prima stagione con una Yamaha FZ750 praticamente "fatta in casa", si è fatto notare vincendo 10 gare e arrivando secondo in classifica nel 1988 e nel 1990.
Poi una nuova avventura con la nascita della categoria minore, la Supersport, dove anche qui c'era "Piro" che, nel 1998 vinceva il titolo in sella alla GSX-R 600 del Team Alstare. Credo che lui sia stato un grande! In pista, fuori e nell'anima. Ha vinto tante battaglie e anche quando perdeva, per come perdeva, era come se avesse vinto. Purtroppo la battaglia col cancro non l'ha vinta e il 12 giugno 2016, la malattia si è portata via uno di noi. E penso che tutti noi non lo dimenticheremo mai.
In Kawasaki, si sono abituati a vincere come si sono abituati ai britannici. Il nord-irlandese Jonathan Rea, nel suo primo anno sulla "verdona" di Akashi, fa vedere di essere fortissimo. Dopo aver corso con la Honda Ten Kate dal 2009 al 2014, alternando ottime prestazioni a risultati poco convincenti, sulla ZX-10R dimostra di saper trasformare il proprio talento in successi.
Conquista 14 vittorie e la stagione sembra essere un dualismo tra Rea e il campione in carica Sykes, ma in questa lotta s'intromette il gallese Chaz Davies che, con la Ducati Panigale ufficiale, arriva secondo in classifica generale.
Il 2015 è l'anno della sfida tra tre piloti "quasi" connazionali, di cui due sulla stessa moto. Dopo Fogarty, Hodgson, Toseland e Sykes, Jonny Rea è il quinto campione Superbike di origine britannica.
continua...
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