La supersportiva è finita! Questa dichiarazione sembra un delirio da bar di provincia, ma penso che sia il caso di fare una riflessione più acuta sull'affermazione. Le moto supersportive che troviamo oggi nelle concessionarie, sono il risultato di approfonditi studi tecnici in ambito sportivo. Offrono prestazioni di altissimo livello, sia per quanto riguarda la potenza, che per l'affidabilità dei materiali che migliorano tutti gli aspetti di un mezzo di questo tipo. Dalla miglior frenata, alla maggior stabilità, queste moto possono essere considerate un tripudio di tecnologia, capaci di fare la gioia di ogni aspirante pilota o pistaiolo della domenica. Battute a parte, queste moto sono le dirette discendenti (e non viceversa) delle superbike che corrono il campionato mondiale.
Sorge una domanda: ma questi veloci e prestazionali bolidi sono in grado di soddisfare veramente le esigenze dei motociclisti? O meglio, sono queste le moto che devono essere ammirate come punto d'arrivo di chi vuole avere "il manico"? Se queste sono le moto da "smanettoni", è lo "smanettone" il vero motociclista della strada? Secondo me no! Non può esistere un punto d'arrivo comune a tutti i motociclisti. Moto speciali, come una Suzuki GSX-R 1000 (che amo) o una Yamaha R1, sembrano mezzi senza limiti. Eppure ne hanno più di altre. Sono moto pensate e costruite per la velocità e, come dicevamo, offrono il meglio di una moto sportiva, ma diventano scomode, sgraziate, poco versatili e quindi limitate nell'odierno apparato stradale.
Io trovo che esistano moto incredibilmente funzionali alle realtà in cui si muovono, senza togliere al motociclista il gusto della guida vera. Una guida semplice, sicura ed emozionante. Le moto possono emozionare anche con le linee e le strutture che le compongono. Ci sono moto dal fascino intramontabile. Altre che sono state apprezzate per la versatilità. Altre ancora che sono capaci di solleticare la fantasia di chi ama "mettere le mani" e sporcarsele fin sotto le unghie. Il motociclismo vero, vive di passione senza ambire ad altro. Se poi qualcuno avesse voglia di dimostrare il proprio personale "manico", non è necessario avere per le mani un mezzo da GP.
Le moto sono una scelta personale o casuale, ma sono un qualcosa capace di tirare fuori da ognuno di noi ciò che altrimenti non esisterebbe, quello che non potrebbe dare nessun altro veicolo. Una volta ho scritto che un mio amico importante mi ha detto che gli aerei sono moto che girano per aria. Penso che la moto sia in costante sospensione tra terra e cielo, per l'equilibrio dato dalle sole due ruote e per lo straordinario modo di farci vedere il mondo da varie inclinazioni. Credo che sia il mezzo più trasversale per andare da un punto all'altro, senza ribellione, ma con estrema consapevolezza dell'essere in movimento per qualcosa che vale più della moto stessa e delle sue prestazioni.
Sorge una domanda: ma questi veloci e prestazionali bolidi sono in grado di soddisfare veramente le esigenze dei motociclisti? O meglio, sono queste le moto che devono essere ammirate come punto d'arrivo di chi vuole avere "il manico"? Se queste sono le moto da "smanettoni", è lo "smanettone" il vero motociclista della strada? Secondo me no! Non può esistere un punto d'arrivo comune a tutti i motociclisti. Moto speciali, come una Suzuki GSX-R 1000 (che amo) o una Yamaha R1, sembrano mezzi senza limiti. Eppure ne hanno più di altre. Sono moto pensate e costruite per la velocità e, come dicevamo, offrono il meglio di una moto sportiva, ma diventano scomode, sgraziate, poco versatili e quindi limitate nell'odierno apparato stradale.
Io trovo che esistano moto incredibilmente funzionali alle realtà in cui si muovono, senza togliere al motociclista il gusto della guida vera. Una guida semplice, sicura ed emozionante. Le moto possono emozionare anche con le linee e le strutture che le compongono. Ci sono moto dal fascino intramontabile. Altre che sono state apprezzate per la versatilità. Altre ancora che sono capaci di solleticare la fantasia di chi ama "mettere le mani" e sporcarsele fin sotto le unghie. Il motociclismo vero, vive di passione senza ambire ad altro. Se poi qualcuno avesse voglia di dimostrare il proprio personale "manico", non è necessario avere per le mani un mezzo da GP.
Le moto sono una scelta personale o casuale, ma sono un qualcosa capace di tirare fuori da ognuno di noi ciò che altrimenti non esisterebbe, quello che non potrebbe dare nessun altro veicolo. Una volta ho scritto che un mio amico importante mi ha detto che gli aerei sono moto che girano per aria. Penso che la moto sia in costante sospensione tra terra e cielo, per l'equilibrio dato dalle sole due ruote e per lo straordinario modo di farci vedere il mondo da varie inclinazioni. Credo che sia il mezzo più trasversale per andare da un punto all'altro, senza ribellione, ma con estrema consapevolezza dell'essere in movimento per qualcosa che vale più della moto stessa e delle sue prestazioni.
A Luigi.
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