Una sera d'estate incontro un mio amico motociclista, uno di quelli che ti va bene se lo incontri una volta all'anno, altrimenti devi andare a tutte le motosalsicciate della Romagna per vederlo. Insomma un motociclista da aggregazione, un harleysta convinto con tanto di tatuaggio sul braccio ad inneggiare il marchio americano. Cosa succede però? Che, nell'inevitabile discorso sulle moto tra lui e me, scopro che si sta disfando della sua Nightster dopo aver già venduto la Sporster della moglie. Sgomento. Il motivo? La famiglia, ovvero la bambina, la casa, la macchina, e tutte le altre sciocchezze di cui ci riempiamo l'esistenza. Sul bene dei figli non si discute, poiché chi decide di metterne al mondo almeno uno, sa che deve fare sacrifici più o meno importanti (parlo delle persone comuni) e che deve comunque garantire una vita il più serena possibile a chi ancora non si può autosostenere. Io credo però che, un motociclista realmente appassionato, non possa pensare di smettere di possedere una moto in cambio di tutto il superfluo di cui ci circondiamo.
Salvo crisi nera nel bilancio familiare, non si può smettere di girare in moto per avere un bel televisore, o un abbonameto alla pay-tv, una sera a settimana al ristorante, o un paio di scarpe alla moda in più, un I-phone o lo shopping al centro commerciale. Dipendere dagli oggetti è sbagliato, comprese le moto, ma esiste un "essere" al quale non si può sfuggire. Esso risiede dentro ognuno di noi e, quando le situazioni sono favorevoli, questo aspetto emerge dal profondo per farsi valere. Nel caso del motociclista credo pertanto sia impossibile immaginare di vivere le proprie giornate senza la prospettiva di una passeggiata su due ruote.
Per tornare al mio amico, provo un senso di responsabilità che non appaga. Siamo sicuri che la moto è la cosa più bella, ma le cose che fanno tutti lo sono di più? Ci sono delle priorità e ognuno dovrebbe avere le proprie, ma è difficile vedere oltre a quello che la società come struttura offre. In un certo senso ci si deve "sistemare", perdendo tutti i fronzoli della vita da single. Tralasciando passioni, a pannaggio di doveri autoimposti. Penso che per girare serva una moto e che non siano tutte costose e quindi superflue. Semmai è superfluo averne cinque, o non sapersi accontentare di un modello economico o fuori mercato. Questo dimostra che in giro per le strade ci sono molti meno motociclisti di quelli che si vedono e che la passione per questo meraviglioso mezzo a due ruote, non è parte del dna di molti.
Ancora incredulo mi sento dire che, Lui l'Harley ultimamente la usa poco, che se la deve vedere ferma in garage è meglio venderla. Ok! Dalla a chi la usa, ma non faresti meglio ad usarla? Il vero motociclista non perde occasione per gironzolare in moto, che si tratti di andare in ufficio, al mare o in collina. Per distendere lo sguardo ben oltre i confini dei nostri quartieri, delle nostre abitazioni, delle nostre vite, che sembrano comode e agiate, ma viste da un'altra prospettiva, magari dalla sella di una moto, sembrano sempre più delle prigioni che ci costruiamo inconsapevolmente, uccidendo ciò di cui siamo innamorati o semplicemente abbiamo bisogno.
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