Finalmente vedo un' MV Brutale che mi piace! Non che sia una brutta moto la naked del Conte Augusta, ma sicuramente la livrea e l'allestimento che Magni ha proposto per la sua "preparata" su base Brutale 1090, è un successo di estetica e stile retrò. Critico spesso il retrò come modo di concepire le moto, perché ultimamente fa moda, spostando l'attenzione dalle moto a tutto un contesto vintage, più adeguato all'apparire che all'essere.
Questa moto è meravigliosa, ha il fanale tondo, bello come l'occhio di un gatto e i particolari sono fini ed eleganti. Il codone è basso, più orrizzontale e non punta in alto come su tutte le compagne di categoria. Il serbatoio riprende la forma e i colori della MV 750S alla quale s'ispira e rende questa Magni su tutte "la più bella MV".
Ma non mi spiego come la casa lombarda così cara agli appassionati di corse, possa essere indifferente ad un prodotto che richiami il look degli anni '60 e '70. Anni in cui di MV se ne vendevano forse meno, ma piacevano di più. Infatti è grazie a Giovanni Magni, figlio del grande Arturo, tecnico del reparto corse MV per campioni come Agostini, che possiamo apprezzare e ammirare questa "special" dal forte impatto café racer.
La 1090 è di per se una bella moto, ma per quanto possa distinguersi, non è così originale e tende ad omologarsi ai "jeeg robot" giapponesi delle quattro sorelle. Inoltre il cordone ombelicale che la lega alla storia del marchio è rotto da tempo. I prezzi di questa Magni sono altissimi (22.000 euro in versione base) e con certe cifre ci si compra due utilitarie a metano, ma non si può far altro che ammettere che queste moto costeranno sempre tanto, finché qualcuno non deciderà di produrle direttamente così accattivanti e cariche di appeal, invece di fare ottime moto, ma che ispirano al modello che non c'è.
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