Casey Stoner si ritira! Non è ovviamente la notizia dell'ultim'ora, ma su Bray Hill ne parliamo a distanza di qualche mese. Solo per la cronaca tengo a precisare che in questo blog non si tratta mai di gare ed eventi sportivi salvo particolarissime eccezioni. In questo caso l'annuncio dell'ancor giovane campione australiano è avvenuto la scorsa primavera e in un attimo, come uno dei suoi giri veloci, tutto il mondo ne ha parlato e testate sportive insieme ai quotidiani ne han discusso in maniera più che soddisfacente per non dire oltre il dovuto.
Ma qual'è il senso di questa decisione? Probabilmente sta nella scelta che un individuo fa incondizionatamente dai fattori economico-sociali. Viene quindi da pensare che Casey Stoner si sia reso conto che correrre in moto nella massima serie non sia il massimo per se e per chi e ciò che ama. Ma come può accadere questo? Leggendo "IL PROFETA" di Kahlil Gibran c'è un passo nel capitolo che parla del lavorare con amore che dice:"poichè cuocete il pane con indifferenza, cuocerete un pane amaro che nutre l'uomo solo a metà. E se pigiate l'uva di malavoglia, il vostro malanimo distillerà veleno nel vino." Cosa vuol dire? Essendo Stoner un pilota dalle doti straordinarie è diventato un campione mondiale coronando il sogno di molti ragazzi come lui. Ma tutto questo, una volta diventato un mestiere serissimo può stancare e tolti i venti giri della gara, tutto il resto può diventare stressante e difficile da sopportare.
Stoner è un talento che ha conquistato due titoli mondiali, ha gareggiato con i piloti più forti della sua epoca, ha sentito l'asfalto graffiargli la tuta più di una volta, ha piegato telai a iosa, ha visto morire Simoncelli, è volato per aria come un proiettile e sempre come un proiettile ha tagliato molti traguardi per primo. Credo che due titoli nel suo palmarès, piuttosto che quindici come sua eternità Agostini, non farebbero la differenza perchè il valore del ragazzo australiano è oramai un dato indiscutibile. Ecco che subentra la vera sfida della vita. Smettere perchè la vita non è le corse, o perlomeno non fare delle corse il principale obbiettivo di un'esistenza, perchè come direbbe Gibran non si deve "lavorare" se non con amore, altrimenti quello che si fa non lo si fa bene. E se l'ambiente di lavoro, la moto GP, non ti garba più, allora si deve fare una scelta.
Anche Marco Melandri un paio di stagioni fa ha fatto una scelta importante, ovvero mettersi in gioco e puntare al titolo mondiale superbike. Scelta che lo ha sicuramente gratificato e a ragion veduta premiato con successi e una classifica da protagonista che lo vede tutt'ora pretendente al successo finale. Paradossalmente il valore di Casey è in un certo modo superiore a molti piloti di carriera perchè proprio a Ravenna, in Romagna c'è una scritta in un ponte che dice semplicemente "STONER". Come si vede dalla foto è visibile dalla strada che passa sotto il ponte. Il ponte appartiene alla via Ravegnana che collega Ravenna a Forlì, mentre la strada che la incrocia passando sotto è viale Alberti, arteria importante dell'anello che gira attorno al centro della città. Proprio nella città di Melandri non c'è una scritta "pirata" che inneggi al campione romagnolo, ma bensì l'unica dedicata ad un pilota ancora attivo è proprio per Casey Stoner. A dimostrazione che se lascia, comunque è un vincente. Qualità che gli è valsa una, seppur composta, tiforesia anche dalle nostre parti. La vita è comunque un qualcosa di così importante che viene prima di ogni successo sportivo. Il vero campionato per Stoner inizierà quando si chiuderà il mondiale moto GP 2012 e tornando nella sua Australia, vivrà quello che spesso manca di più a chi è sulla breccia. Una straordinaria normalità. Come dice qualcuno che conosco bene: "Stoner ha capito tutto!" Forse è vero, e Bray Hill augura al nostro pilota il meglio, perchè sapersi "gestire" vuol dire saper vivere. Ciao Casey! Grazie.
Ma qual'è il senso di questa decisione? Probabilmente sta nella scelta che un individuo fa incondizionatamente dai fattori economico-sociali. Viene quindi da pensare che Casey Stoner si sia reso conto che correrre in moto nella massima serie non sia il massimo per se e per chi e ciò che ama. Ma come può accadere questo? Leggendo "IL PROFETA" di Kahlil Gibran c'è un passo nel capitolo che parla del lavorare con amore che dice:"poichè cuocete il pane con indifferenza, cuocerete un pane amaro che nutre l'uomo solo a metà. E se pigiate l'uva di malavoglia, il vostro malanimo distillerà veleno nel vino." Cosa vuol dire? Essendo Stoner un pilota dalle doti straordinarie è diventato un campione mondiale coronando il sogno di molti ragazzi come lui. Ma tutto questo, una volta diventato un mestiere serissimo può stancare e tolti i venti giri della gara, tutto il resto può diventare stressante e difficile da sopportare.
Stoner è un talento che ha conquistato due titoli mondiali, ha gareggiato con i piloti più forti della sua epoca, ha sentito l'asfalto graffiargli la tuta più di una volta, ha piegato telai a iosa, ha visto morire Simoncelli, è volato per aria come un proiettile e sempre come un proiettile ha tagliato molti traguardi per primo. Credo che due titoli nel suo palmarès, piuttosto che quindici come sua eternità Agostini, non farebbero la differenza perchè il valore del ragazzo australiano è oramai un dato indiscutibile. Ecco che subentra la vera sfida della vita. Smettere perchè la vita non è le corse, o perlomeno non fare delle corse il principale obbiettivo di un'esistenza, perchè come direbbe Gibran non si deve "lavorare" se non con amore, altrimenti quello che si fa non lo si fa bene. E se l'ambiente di lavoro, la moto GP, non ti garba più, allora si deve fare una scelta.
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