martedì 10 maggio 2016

From Iwata to Raticosa...

Capita che una domenica mattina ci si svegli presto, ad un orario più consono al lavoro, ma che come per tutte le gite domenicali, suoni la sveglia. Il motivo vale la pena, però bisogna ammettere che i segni sul volto denunciano il piccolo sacrificio e la voce un po' gutturale e impastata faccia il resto , ribollendo nella gola assetata del primo caffè. 


Il passo della Raticosa si trova a 968 mt. sull'appennino tosco-emiliano. Qui si riversano frotte di motociclisti ogni week-end. Ma in questo caso, oltre a beneficiare del panorama montano, dell'aria buona, del verde dei boschi, gli avventori del passo han potuto provare i modelli della gamma Yamaha, che la casa di Iwata ha messo a disposizione il 7 e 8 maggio, in cambio di un breve test da compilare dopo la prova, omaggiato da una sacca porta casco ufficiale Yamaha. Accennando dunque che il viaggio fino al passo, per chi si trova ad un centinaio di chilometri o poco più, vale sicuramente la pena, siamo stati in loco appositamente per provare le moto a disposizione.


Queste prove, promosse dalle case a scopo commerciale, hanno la peculiarità di curare molto l'aspetto sicurezza per evitare spiacevoli incidenti. E' chiaro quindi che dopo il briefing di raccomandazioni da parte degli istruttori, le moto siano infarcite di diavolerie elettroniche atte a facilitarne l'approccio e la guida anche ai meno esperti. Con questa premessa, una volta salito sulla MT-09 Tracer, mi son ritrovato a fare i conti con la stramaledetta ABS, i cui benefici sono solo nella mente degli ingegneri Yamaha. Infatti, in una guida di curve e contro curve veloci, questo dispositivo si è attivato ogni volta che l'aderenza alla ruota posteriore è variata in modo significativo. Su questo tipo di motocicletta, la ciclistica incoraggia il motociclista esperto nel cercare la piega e l'andatura da montagna. Se si fa un uso correttivo del freno posteriore, beh... siamo fregati! Nella ricerca incondizionata della traiettoria in curva, il sistema ABS entra in azione appena ci si affida al freno posteriore, rendendo le frenate lunghe e innaturali. Una pecca, per una moto che ha l'indole agile tra i tornanti ed è facile da capire.


Motore: 3 cilindri; alesaggio e corsa 78 x 59,1 mm; 847 cc; raffreddamento a liquido, distribuzione bialbero a camme (DOCH), 12 valvole; potenza max 115 CV all'albero a 10.000 rpm. Coppia max 87,5 Nma 8.500 rpm
Cambio: a 6 marce
Peso: 210 kg in ordine di marcia, con serbatotio pieno (18 litri)
Ciclistica: avancorsa 100 mm; angolo di sterzo 24°
Sospensione anteriore: forcella rovesciata regolabile in precarico ed estensione, steli Ø 43 mm. Escursione ruota 137 mm.
Sospensione posteriore: forcellone oscillante con mono ammortizzatore regolabile in precarico ed estensione. Escursione ruota 130 mm.
Pneumatici: ant: 120/70 - 17; post: 180/55 - 17


La FJR 1300 è una moto che ha molto da offrire sotto l'aspetto del viaggio. Capacità di carico e posizione di guida, ben protetta dal plexi regolabile, non sono gli unici punti forti. Offre anche un buon feeling per chi si vuole divertire in un pomeriggio sui monti. Alla Yamaha hanno ben pensato di mettere su questa moto due mappature "S" e "T" (sport e touring). La sport è superflua, ma immagino possa essere utile nei lunghi tratti autostradali dove la potenza non è mai troppa per fronteggiare vento e salite. Poi, però, occorre dolcezza per governare una moto pesante e con un interrasse importante (1.545 mm). La trasmissione finale a cardano è elastica e non si percepisce alcun effetto giroscopico.


Per il resto fila che è un piacere guidarla, è meno reattiva della serie MT-09, ma comunque efficace in una guida rotonda senza strappi e grosse staccate. Anche qui sentiamo l'ABS interferire e mi fa capire che siamo ancora lontani da un'applicazione corretta di questo sistema sulle moto e penso che, per il momento, sia meglio lasciarla alle quattro ruote. Moto costosa, non costosissima, ma che si acquista per la vita, per poterla sfruttare nel tempo, per più stagioni e che vuole chilometri da macinare. Questo è il concetto di FJR 1300, una moto che ti porta lontano e che suscita l'idea di farsi una bella esperienza on the road.



Motore: 4 cilindri; alesaggio e corsa 79 x 66,2 mm; 1.298 cc; raffreddamento a liquido, distribuzione bialbero a camme (DOCH); potenza max 146,2 CV all'albero a 8.000 rpm. Coppia max 138 Nm 7.000 rpm.
Cambio: a 6 marce
Peso: 296 kg in ordine di marcia, con serbatoio pieno (25 litri)
Ciclistica: avancorsa 109 mm; angolo di sterzo 26°
Sospensione anteriore: forcella rovesciata regolabile in precarico ed estensione, steli Ø 48 mm. Escursione ruota 135 mm.
Sospensione posteriore: forcellone oscillante (leveraggi progressivi). 
Escursione ruota 125 mm.
Pneumatici: ant: 120/70 - 17; post: 180/55 - 17

Ho provato anche il modello naked MT-09, ma a parte trovare un feeling superiore a quello testato sulla Tracer, non ha entusiasmato. Parte della prova di questa moto si è svolta sotto un breve temporale, sufficiente da poter dichiarare bagnato il test, senza però alcun problema di guida e quindi di valutazione. Purtroppo, si percepisce la filosofia costruttiva della serie MT, che punta ad un prodotto economico. Infatti, cerca di offrire il meglio che si può chiedere ad una moto di ultima generazione, facendo pagare agli acquirenti cifre ragionevoli. Non è un concetto sbagliato e conferma che la moto non deve essere intesa come un bene di lusso a favore solo di chi se lo può permettere, ma è altrettanto importante che siano mezzi adeguati. Se l'elettronica e i dispositivi installati sulle moto, come l'ABS, snaturano i comportamenti della moto quando viene guidata in maniera esperta, ciò si tramuta in un limite del mezzo stesso. Ed è chiaro che le aziende costruttrici ne sono consapevoli, ma la tendenza è quella di avere un prodotto commerciale, più facile per tutti.


I PREZZI:
MT-09 Tracer - 10.050 euro (Dueruote maggio 2016)
FJR 1300 - da 16.250 a 20.250 euro (Dueruote maggio 2016)
MT-09 - da 8.450 a 8.950 euro (Dueruote maggio 2016)

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