domenica 1 maggio 2016

CX veloce, per ricordare il mito.

HONDA CX 500



Se una moto piace, non deve troppe spiegazioni. Come la special uscita dalla "Butèga" per omaggiare il grande Steve McQueen.


Quando si progetta una “special”, ci s’ispira a qualcosa o a qualcuno. E’ il caso di questa Honda CX del 1983 che sembra cambiare abitudini facendo un salto a ritroso nel tempo di un paio di lustri rispetto alla data di fabbricazione. Quello che è uscito dalla “butéga” di Graziano Ferrini, è un omaggio alle corse di durata degli anni sessanta/settanta e ad uno dei personaggi più rappresentativi di quel periodo, Steve McQueen. Un potenziale evocativo che viene messo in strada con finiture e particolari in bilico tra il genere “cafè racer” e le superbike. Colori semplici e ben abbinati su fondo nero e cornici oro, per una moto da ammirare e usare, certi di non passare inosservati.


Il bicilindrico 4 valvole in testa a V 80° trasversale, che sviluppa una cilindrata di 496 cc., mantiene intatte le sue caratteristiche costruttrici e questa “special” ne esalta l’architettura. Parti lucide, quasi a specchio, su fusioni meccaniche nere danno il giusto abbinamento cromatico. Cambio a cinque marce per una trasmissione finale a cardano che non genera strappi alla guida, nonostante l’età. Filtri conici per i due carburatori Keihin da 35 mm, che oltre a fornire maggior tiro, danno leggerezza ad un onesto “twin” raffreddato a liquido, con pochi cavalli (solo 47), ma veri, che a 6.500 giri/min non si scostano troppo dalle prestazioni dei motori moderni. Le due marmitte, in tubo saldato e curvato a dovere, sono  silenziate dall’interno senza aggiunta di terminali, per mantenere una certa forma ed esaltare il “ferro” di cui sono fatte. Il suono emesso dagli scarichi è cavernoso, con una timbrica da moto da corsa d’altri tempi.



“Il suo stile è quello delle corse di durata,
delle moto veloci di un tempo”



La scelta del color oro per il telaio si combina bene con il rosso e il verde, che fanno pensare a vecchie moto da corsa italiane. Cambiata la livrea, mantiene quasi completamente la stessa ciclistica; gli ammortizzatori originali non sono stati modificati, mentre e la forcella anteriore è stata accorciata di un paio di centimetri. Cerchi in lega riverniciati come il telaio sono nelle misure di 19’ all’anteriore e di 18’ al posteriore. Freno anteriore con coppia di dischi da 240 mm su cui lavorano pinze a singolo pistoncino azionate da un comando derivato da una Ducati da corsa, freno posteriore a tamburo da 160 mm.


Il suo stile è quello delle corse di durata, delle moto veloci di un tempo. La grossa carenatura è stata costruita completamente da zero e offre lo spazio necessario per il prorompente bicilindrico a V, che affiora lateralmente. Il parafango anteriore è stato adattato e accorciato, mentre quello posteriore si riduce ad un accenno che fa tuttuno con codino sportivo e tabella porta numero. Il fanalino posteriore, recuperato direttamente dagli anni cinquanta, è incastonato nella parte superiore della coda. Minimale, essenziale e semplice, anche la sella fatta a mano e rivestita in pelle marrone, la rende una moto fatta da guidare in strada. Il basso semimanubrio è saldato direttamente sui tubi dello sterzo e gli specchietti sono i moderni retrovisori da manopola tondi. La strumentazione di bordo è ridotta al solo contachilometri protetto dall’ampio cupolino, mentre i comandi sono gli originali del CX di serie.


Nonostante la disposizione trasversale del motore a V, vibra poco, perché i cilindri sono inclinati, l’uno rispetto all’altro, in maniera lievemente divergente (uno avanti e uno indietro), sopperendo così ai fastidiosi tremori. Forte della solida meccanica Honda, questa moto permette di avere agilità e piacere di guida confrontandosi con le odierne compagne di segmento. La risposta dell’acceleratore, arriva decisa dopo i 3000 giri/min, ma senza sforzi o colpi secchi e pur avendo qualche anno, la rigidità del cardano non si percepisce perché ben assecondato dalla ciclistica, risultando elastica e godibile. Buona la guida alle basse velocità, fa toccare i 170 Km/h di punta.


Racing is life! Anything that happens before or after is just waiting. Questo diceva Steve McQueen e questo è scritto sul serbatoio di una moto tanto bella, quanto evocativa. Non un monumento alla memoria, ma un piccolo-grande tributo su due ruote, da far riviere ogni giorno sulle nostre strade.

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