domenica 31 maggio 2015

"La butéga"



Vi è mai capitato di entrare in una bottega? Sicuramente si! E vi sarete fatti avanti per far fronte ad un'esigenza o ad un bisogno strettamente legato alla vita quotidiana. L'orlo dei pantaloni, la suola di una scarpa, rifoderare il divano, incorniciare un bel quadro. Sono tutte operazioni che richiedono le potenzialità di un bottegaio e del suo lavoro. Ma un motociclista cosa centra con il lavoro dei bottegai? All'apparenza poco, ma non è così. In Romagna, a Ravenna, e per l'esattezza a Classe, oltre alla basilica di Sant'Apollinare, c'è "La butéga ad Grazièn". Graziano Ferrini è innanzitutto un motociclista che ha fatto tesoro della sua lunga esperienza su due ruote, tra viaggi e corse in pista. Da trentacinque anni restaura moto di ogni genere e progetta special sulla base delle più diverse motociclette che sono state in circolazione fino ad oggi.


E' accanto a quello che fu l'antico circuito del Savio che si trova "La butéga", un contesto evocativo che viene confermato dai pezzi in esposizione nella piccola sala/vetrina dell'officina. Entrando non ci sono segnali o indicazioni. Immaginate di entrare in casa di qualcuno che dipinge o modella l'argilla: ci sono pezzi di moto ordinatamente riposti, moto semi-smontate in fase di allestimento, e un sacco di esperienza che trasuda dalle pareti.

 

 

Graziano ascolta musica dall'impianto del locale e sistema e restaura moto. Si dedica a qualche special costruita per sé e rende familiare il mondo delle moto storiche anche a chi non ne capisce molto. Chi si reca qui con l'intenzione di sistemare una vecchia moto, coglie involontariamente l'occasione di imparare, grazie anche alla frequentazione degli abitudinari e alla sempre simpatica ironia del titolare e dei suoi aneddoti di più di tre decenni di lavoro.


Qui si ride, si scherza, si lavora seriamente, ma per passione e per vocazione. Così si scopre che la sabbiatura dei pezzi viene praticata a bassa pressione per non surriscaldare il metallo e salvaguardarlo da eventuali deformazioni; che la verniciatura di scocche, telai e serbatoi vari è ad inchiostro (praticata generalmente delle case giapponesi) e richiede vari strati di prodotto per un lavoro "originale" e duraturo. Si possono vedere dal vivo pezzi unici come la "motobici" Benelli del 1921, o vedere altre moto datate, ma con la freschezza di un pezzo appena uscito di fabbrica.


C'è quindi un legame con la storia delle moto e del motociclismo, che ha un sapore particolare, percepibile solo in posti come questo. Dove il lavoro è compiuto da mani esperte e sicure e la passione viaggia sul binario parallelo a quello che riporta vecchie moto ad una nuova vita ed altre a vivere una storia riscritta da una special.


E' sempre bene evitare la retorica e valutare ciò che è realmente il mondo oggi, ma non si può essere troppo distaccati dal pensare che luoghi come questi, conservino l'arte che si è sviluppata fin dagli albori della moto. E che solo in una bottega, ogni vite, ogni pezzo di lamiera, ogni fanalino o carburatore che dir si voglia, acquisisce una reale importanza che va ben oltre le grandi aspettative del mercato. Qui si possono trovare solo moto vere e tanta passione.

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