domenica 1 marzo 2015

La storia in un logo...

Quando vediamo il marchio di una casa motociclistica, immediatamente ci viene alla mente un modello o un fatto inerente che ci ha colpiti. Se poi si tratta del logo di una motocicletta che apprezziamo particolarmente o che amiamo perché la possediamo o l'abbiamo posseduta, la reazione empatica che ci coglie è più che naturale, suscitando bei ricordi ed emozioni personali uniche.
Accade, però, che dietro al semplice stemma di una motocicletta non ci sia solo un'immagine accattivante e rappresentativa dell'azienda, ma si custodisca una storia, semplice, ma importante ed evocativa di come tutto sia iniziato.


Dal 1921, anno della sua fondazione, Moto Guzzi ha nel proprio marchio raffigurata un'aquila ad ali spiegate. Il rapace ha una valenza importantissima in quanto i fondatori, Giorgio Parodi, suo figlio e Carlo Guzzi, scelsero l'animale a ricordare l'amico Giovanni Ravelli, tragicamente scomparso. Ravelli era una abile pilota come Parodi e avevano prestato il servizio militare nella 87ª Squadriglia Aeroplani da caccia, insieme a Carlo Guzzi. Quest'ultimo come meccanico dei velivoli militari. Durante la leva, i tre commilitoni strinsero il patto di aprire una fabbrica di motociclette, una volta finita la guerra. Purtroppo l'11 agosto del 1919 alle ore 11.30, il Nieuport 11 pilotato da Giovanni Ravelli, di ritorno da un lungo volo di collaudo, cadde in fase di atterraggio, sul campo volo della base veneziana di San Nicoletto. Il povero Ravelli fu estratto dai rottami del Nieuport ormai esanime. La leggenda narra che un curioso caso accadde quel giorno. Pare che un rapace, probabilmente un'aquila, fu visto posarsi su ciò che restava dell'aereo distrutto di Ravelli. L'aquila ad ali spiegate fu per anni cucita sulle divise dei coraggiosi aviatori italiani e venne scelta per questo come simbolo delle moto di Mandello Lario, a ricordo del valoroso amico di Parodi e Guzzi.



Bayerische Motoren Werke, o più semplicemente BMW, è anche conosciuta dagli appassionati come la "casa dell'elica". Nome veritiero, ma non del tutto. Occorre fare una premessa: come molte aziende importanti di inizio '900, produceva motori per diversi settori, tra cui quello aeronautico, un campo in cui, per tutta la prima metà del secolo, ci sarebbero stati dei forti sviluppi dati dal grande interesse dell'uomo per il volo e le imprese eroiche. Quando nel 1917 l'azienda tedesca Rapp, si convertì in BMW fu cambiato il logo, passando da un'immagine tonda con al suo interno un cavallo nero (per l'esattezza la pedina degli scacchi "cavallo"), al doppio cerchio concentrico che vediamo ancora oggi sui mezzi e i motori della fabbrica bavarese. Il cerchio esterno è nero e su di esso campeggiano le tre lettere dell'acronimo aziendale. Il cerchio interno è diviso in quattro spicchi nei colori alternati azzurro e bianco della bandiera della Baviera. Con questo si spiega ufficialmente il logo BMW, ma resta che, nel 1929, una pubblicità riguardante i prodotti della linea aeronautica, aveva rappresentate le tre iniziali sull'immagine di un'elica rotante disposte come lo sono nello stemma. Guardando il vortice d'aria prodotto dall'elica, filtrava l'illusione ottica dalla quale s'intravedeva la stessa colorazione della bandiera all'interno del cerchio BMW. Da quel momento quel marchio non era solo il vessillo bavarese, ma il movimento stilizzato di un'elica rotante che crea il contrasto azzurro e bianco in modo alternato. Da qui, l'elica.


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