domenica 22 novembre 2015

Tutto e niente!


C'è una voglia sfrenata di essere originali. C'è il bisogno primario di riscoprire, perché quello che abbiamo e che ci si prospetta, non ci piace. Meglio essere diversi, col risultato che si finisce per essere tutti uguali, perché nel gruppo i nostri pensieri si consolidano diventando certezze. I concetti sembrano affascinanti e puri, restano immaginari. Luoghi ove nessuno di quelli che ne parlano, andrà mai, ma si accontenterà di averlo detto, condiviso appunto, per potersi sentire sopra la massa. Si parla di tutto e di niente.


Barbe lunghe e ben curate, taglio di capelli anni '20-'30, occhiali da vista con montatura classica, tatuaggi "old school" e moto cafè racer. Così oggi ti propongono il mito della motocicletta, con gli Hipster che si sporcano le mani, ma se ne vanno all'aperitivo coi pantaloni da "acqua alta in casa" e i mocassini. La moto poi improvvisamente diventa un lento paracarro che conserva il fascino dei tempi che furono, ma con tutti i difetti delle moto di quegli anni.


Peggiora inoltre quando, come ho potuto vedere su web e riviste, indossa una "bella" carenatura a campana. Se le carenature a campana fossero state buone per qualcosa, sarebbero rimaste sulle moto moderne fino ad oggi. Ma l'importante è apparire fighi. Un po' per vendere i giornali, un po' per mancanza di idee, si riscopre il passato senza conoscerlo. La storia è importante e ci riguarda tutti anche se non sembra. Anche nel motociclismo, si può parlare di storia che, se la si conosce, non lascia dubbi su ciò che è vero e ciò che non lo è.


Poi compro "Raiders" e leggo che il direttore quest'estate ha fatto una "grande" scoperta: l'Alfa Romeo. Si è svegliato! Complimenti. Ma potrà mai essere che uno che conosce l'argomento motori, moto, motociclismo, improvvisamente, dopo più di cento anni, si rende conto che c'è l'Alfa Romeo?!?! L'Alfa è stata la grande auto portata ai successi internazionali da un pilota su tutti: Tazio Nuvolari. Il campione mantovano, paragonabile a Carnera o Coppi, è stato anche un grande pilota di moto e sono celebri la sue imprese con la Bianchi "Freccia Celeste" 350 o prima ancora in sella alla Norton M18 500 da corsa. Prima di dominare con le auto in tutti i circuiti e alla mille miglia, ha contribuito ad alimentare il mito delle corse in moto.


E' quindi facile arrivare a conoscere l'azienda automobilistica lombarda con poche informazioni su chi l'ha guidata, se si tratta di un ex motociclista appunto. Poi se vogliamo essere ancora più precisi, l'Alfa Romeo motorizzava anche degli aeroplani come il celebre SM 79 con tre motori 128 RC da 860 CV. L'Alfa è cresciuta di pari passo con l'Italia del secolo scorso.


Ma oggi se ami le due ruote, devi specificare. Infatti c'è chi pensa alle biciclette senza andare in bici, o meglio si fa costruire o acquista una bici a "scatto fisso" e senza freni come quelle da velodromo. Anch'esse rigorosamente vecchie, vintage, sono in grande spolvero tra giovani e che le portano in centro a far vedere, ma che non si sognerebbero mai di fare un giro in bici da corsa come i cicloturisti. La cosa più grave è che anche questa sciocca moda viene pubblicizzata sulle riviste di moto specializzate. Come se andare in moto e in bici fosse la stessa cosa.


La Paris-Dakar è da qualche anno un'avventura sudamericana e di conseguenza non parte dall'Europa e non arriva in Africa. Perché? Se vi siete mai interessati a questo tipo di corse, probabilmente ne saprete più di me. Ma voglio farvi notare di come non si mantenga viva una passione per l'Africa, dal momento che questo continente non è più un luogo sicuro per un rally. A renderlo un posto pericoloso ci abbiamo pensato "noi"! Senza portare nulla di buono ai popoli che hanno visto passare i veicoli da corsa tra le "loro" dune e le piste sterrate per più di vent'anni. Meglio andarsene e mantenere un nome storico come fanno le aziende in fuga dalle loro origini alla ricerca di manovalanza più economica.


Non rimpiango il passato perché sarebbe un peccato logico e morale, ma piuttosto rimpiango che il passato, o più specificatamente la storia, abbiano insegnato poco a chi invece crede di saperne di più. Questo è il mio rammarico perché, ci stanno la leggerezza e il divertimento legati alla passione, ma la nostra esistenza è una cosa seria nella quale fingere non conta niente. Preferisco pensare che il motociclista vero questo lo sa e sa essere quello che è. Tutto il resto è niente.

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