domenica 12 aprile 2015

Coi soldi delle riviste, mi compravo la moto...



Per un qualsivoglia appassionato è più che normale e plausibile leggere libri e riviste specializzate riguardanti l'argomento interessato. A maggior ragione, chi ama le moto e il motociclismo può informarsi e tenersi aggiornato attraverso questo tipo di letture. Esistono magazine più generici di altri, ma comunque di ogni tipo e per ogni particolare inclinazione motociclistica. Eppure la tecnologia offre ormai un panorama vastissimo di scelta ove effettuare le più precise e disparate ricerche in merito al proprio caro argomento. Il web ha infatti permesso a molti di arricchire il proprio bagaglio con siti, blog, chat, topic. In più ci sono siti che offrono tutto quello che può dare una normale rivista cartacea. Le stesse riviste si sono comunque digitalizzate e hanno aperto siti e spazi che le riguardano, oltre ad aver prodotto la versione scaricabile da un sistema della stessa copia disponibile in edicola.


La tecnologia ha permesso l'esistenza di Bray Hill, che essendo un piccolo spazio indipendente autogestito da una sola persona, vive gratuitamente grazie alla rete e alla vastità di opzioni alla portata di tutti. Il mondo del mobile, ha inoltre incentivato la visione di pagine web durante gli spostamenti che sarebbero momenti poco proficui per fare altro, permettendo così di avere ciò che più ci ispira e ci piace, letteralmente a portata di mano. E in rete si trovano un sacco di bellissimi siti a cui fare riferimento su tutto quello che più ci interessa delle moto. Complimenti a loro.






Ma la carta? Credo che il sapore antico di una rivista acquistata di mattina in un'edicola, sfogliata e scoperta un po' per volta tra le mani come le carte del poker, sia qualcosa di piacevole che tutti abbiamo provato e non possiamo dimenticare. Penso di aver acquistato una quantità di riviste di moto e motociclismo, da poter riempire un macero intero. La cosa più strampalata, che al tempo stesso è la più normale, è che le ho sempre lette tutte. Leggere in treno o in aereo mentre ci si sposta in viaggio è un piccolo piacere quasi irrinunciabile. Eppure è anche un qualcosa di sbagliato.
Credo che le riviste possano indurre chi le sfoglia a farsi un'idea di ciò che è una determinata cosa, ma che nel tempo possa essere deleterio per la mente e il borsellino. Infatti troppa gente legge riviste che, essendo relativamente poche, hanno una sorta di monopolio. Questo le induce a copiarsi in base agli argomenti da trattare, ma soprattutto offrono ben poco che non sia già stato detto, scritto, o meglio ancora, vissuto.


Andare in moto è un'azione che genera reazioni e azioni ulteriori. Da questo si evince tutto il concetto del motociclismo come forma di evasione a vari livelli. Si crea un atteggiamento più o meno sano dal quale è poi difficile scindere la propria personalità. Si diventa quindi motociclisti, ma come detto in passato, i motociclisti non sono tutti delle bestie. Ipotizzando quindi che le teste dentro i caschi da moto siano nella maggioranza pensanti (ma non è del tutto vero), sarà ancora più probabile che l'assiduo lettore si stufi di leggere un sacco di "boiate". Complice la crisi creativa in cui versano le case motociclistiche, dove i nuovi modelli hanno solo due possibilità concrete: scimmiottare il passato, o non avere nulla di realmente innovativo, ecco che il gioco è fatto. Anzi no, il gioco s'è finito.


Spendere soldi in riviste non ha più un gran senso. Eppure quelle pagine leggere e colorate riescono a tenerti compagnia e anche quando fuori imperversa il più rigido inverno, ci si sente "on the road" sui percorsi del giornalismo di settore. Facendo però riferimento al pensante su due ruote, ci si rende conto che in questo svago, in queste letture non si arriva a nulla se non all'aggiornamento su eventi o modelli nuovi. Così, considerando che una motocicletta ha comunque dei costi d'acquisto e di gestione, è bene sempre tenere d'occhio quanto si spende per leggere. Considerando inoltre che per molti la moto è un desiderio che si realizza sborsando denaro guadagnato meritatamente, dobbiamo fare tutti un passo indietro  e chiederci cosa vogliamo. Per avere una moto non è necessario spendere cifre atomiche.



Nel mercato dell'usato si trovano pezzi interessanti e abbordabili. Modelli che hanno avuto relativo successo commerciale, ma che offrono affidabilità e divertimento con poche lire. Inoltre ci si può appoggiare ad un esperto per scovare gioielli nascosti in garage e inutilizzati, metterci le mani e arrivare a risultati più che soddisfacenti. Invito così la maggioranza a prendere l'acquisto delle riviste di moto come una cosa banale e futile al motociclismo vero. Quello fatto di levatacce la mattina, di colazioni al bar aspettando l'ultimo del gruppo che s'è perso, di passi di montagna dove il paesaggio cambia continuamente ripagando la voglia di guidare, di luoghi da scoprire, di curve da piegare e altre da drizzare. Di momenti indimenticabili tra amici e appassionati che condividono un pezzo di strada e di vita. E' meglio vivere, che sentirselo raccontare dagli altri. Io coi soldi delle riviste, mi compravo un'altra moto.

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