mercoledì 18 novembre 2015

Moto Guzzi S 1939, la moto del "federale"


Nel film "Il federale" del 1961 di Luciano Salce, il protagonista, Ugo Tognazzi, interpreta "Primo Arcovazzi", un fervente militante fascista che deve compiere l'importante missione di catturare il professore "Erminio Bonafè" (George Wilson), e ricondurlo a Roma dopo che egli si è recato nel natio Abruzzo per via dei rastrellamenti fascisti. Siamo nel 1944 e Bonafè è un papabile governante dell'Italia che si prospetta dopo la guerra ormai persa. Arcovazzi invece, è poco più di uno squadrista graduato che intravede la promozione a federale una volta portato a termine il proprio compito.


Quella che sarà più di una rocambolesca avventura, comincia a bordo di una splendida Moto Guzzi "S" del 1939. Questo mezzo, nella versione militare, è dotato di sidecar come usava molto all'epoca, ma è stata anche una vera e propria "utilitaria" moto. Con monocilindrico 498,4 di cilindrata, 4 tempi, aveva il cambio a quattro marce a pedale che, in alcuni casi, veniva riconvertito con selettore al serbatoio per facilitarne la manovrabilità. Difficile da immaginare oggi, ma all'epoca la meccanica e il funzionamento dei veicoli non erano chiari a tutti e molti preferivano avere le leve e i comandi in bella vista. Il motore era alimentato con un carburatore Dell'Orto ed erogava una potenza di 13,2 CV a 4000 giri. Questo modello fa parte della serie di propulsori a valvole contrapposte, come la "GTS" e la più vecchia "Normale". La S aveva il telaio rigido derivato dalla serie "V", così come il blocco motore, sul quale però era innestato il gruppo testa-cilindro della "Sport 15".


La vicenda si svolge sullo scenario di una guerra che ormai ha compiuto il proprio ciclo e, mentre con lo sbarco degli alleati in Italia si sta già pensando ad un dopo, Arcovazzi è convinto dei propri ideali e della propria missione. Recuperato facilmente il proprio prigioniero, la strada verso Roma sembra una questione semplice, ma una ragazza del paese, nell'intento di fermare i due occupanti del moto-sidecar, si lancia sulla carreggiata facendoli sterzare e cadere lungo la scarpata. La Guzzi di Arcovazzi e Bonafè riporta dei danni che li blocca momentaneamente, fino a quando un camion di militari della Wehrmacht in ritirata interviene e, dopo aver aggiustato la moto, la requisisce e conduce i due malcapitati al comando tedesco. Il film è piacevole e divertente, ricco di ironia e di situazioni scoppiettanti. La parte in cui appare la moto in questione si esaurisce dopo le prime battute, ma resta comunque una testimonianza di quello che è stato questo veicolo durante la tragedia della seconda guerra mondiale. Col proprio supporto, la Moto Guzzi si è sempre distinta anche in ambito militare.


La cosa curiosa è che questo modello non risulta effettivamente nelle forniture belliche di Mandello Lario. Infatti, consultando il volume che celebra i novant'anni della Guzzi, non è presente tra i mezzi militari. Molto simili invece sono le "GT 17", "Alce" e "Superalce", oltre al motocarro "Trialce" impiegate nel conflitto con ottimi risultati. Si tratta quindi di un adattamento cinematografico dove è consuetudine riproporre modelli, ricostruendoli su base di moto simili. Buona visione.


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