sabato 29 giugno 2019

Nelle loro mani...

 

Può sembrare un modo di dire, ma le mani racchiudono molto del talento e della forza di un pilota di moto da corsa. Le mani sono la parte del corpo che più ci contraddistingue dai nostri "parenti" del regno animale, ed in tutti i mestieri compiono le mosse principali che la nostra intelligenza, o il nostro istinto comanda. Per chi stacca a 290 km/h in fondo ad un rettilineo del mondiale Superbike, le mani sono uno strumento che traduce in azione il coraggio, la forza, la tecnica e la veemenza del campione. 


Ho catturato immagini delle mani dei piloti nelle fasi di preparazione o di attesa durante le prove. Mani nervose, mani tese, che si stirano, si sgranchiscono e si massaggiano. Mani che fremono. Mani che compiono gesti semplici prima di toccare i comandi delle moto di serie più potenti al mondo. Mani tatuate che raccontano una storia, che portano simboli cari al pilota. Mani lese nel tempo, ma sempre forti e pronte all'attacco. Mani da combattente, da lottatore, da guerriero.


Mani che pensano, che aspettano il momento del via, mani che sudano e si sfregano, modificate nella pelle dall'impostazione del manubrio, delle impugnature. Grandi per alcuni, più piccole per altri, racchiudono la forza che fa compiere manovre al limite. Tirano la leva del freno anteriore, imprimono una pressione tremenda sui dischi o mollano la frizione con la giusta dolcezza. La stessa forza con cui stringono la "manetta" dell'acceleratore spalancato fuori da una curva, o mantengono ben saldo il manubrio quando s'alza la ruota davanti.


Come le mie mani digitano queste parole sulla tastiera di un PC, le mani dei motociclisti disegnano tracce sull'asfalto, scie di ruote sulla pista che raccontano una storia, un giro allo spasimo per agguantare la pole position o la vittoria. Brandiscono quel mezzo a due ruote come un cavallo da domare in una prateria di moderni cowboy's, in un territorio dove l'aria e l'odore di benzina si mischiano alla gomma cotta sull'asfalto arroventato.


Come per bravi musicisti, questi "artigiani" della piega, "artisti" della staccata, confezionano con le proprie mani lo spettacolo che da più di un secolo ci incanta ogni domenica sulle piste di tutto il modo. Osservando queste mani non si vedono i titoli, o i colori della scuderia, o il blasone del pilota esperto piuttosto che l'arrembante promessa dello sport; guardando queste mani si vede solo che presto o tardi faranno qualcosa di straordinario di cui potremo solo restare meravigliati, convinti che quel gesto sia frutto di doti naturali e di talenti formidabili.


Avete mai toccato le mani di un pilota? Se lo fate, se vi capita, vi rendete conto di quanto lavoro, di quanta fatica sia passata per quei palmi e quelle dita, di che magia lasciano quando le sfiori per un saluto e distrattamente non ci si rende conto di quali armi letali siano nella gara. 


Guardo sempre le mani del pilota, cerco di carpirne i segreti, intravederne le storie, il potere. Le osservo e immagino quale mezzi straordinari anno toccato e governato durante le più lunghe carriere. E penso sempre che ciò vedo sia merito "loro", come un semplice modo di dire, che sia tutto nelle loro mani.



Testo e foto: Alex Ricci.

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