La GSF 400 è la più piccola delle Suzuki serie "Bandit" se si esclude il modello di 250 cc poco conosciuto e altrettanto meno reperibile. Il pezzo nella foto è stato modificato, assumendo un'aspetto più racing e allo stesso tempo ricordando le cafè racer di tanti anni fa. In primis si notano i semimanubri che ricordano gli anni sessanta dell'Ace Cafè di Londra, mentre successivamente sono gli specchietti e gli indicatori di direzione a farne una figura più snella e accattivante.
Il motore è un 4 cilindri sedici valvole raffreddato a liquido derivato direttamente dal GSX-R 400. Alimentato da 4 carburatori a depressione Mikuni di 33 ciascuno, questo sportivo 4 cilindri sprigiona 54 CV di potenza a 12000 giri. Il plurifrazionamento toglie potenza ai bassi regimi e la coppia arriva dopo i 6000 rpm dove il piccolo Suzuki offre il meglio di se ululando e spingendo come tutte le moto sportive della casa giapponese.
In compenso l'ottimo telaio traliccio costriuto a "ponte" garantisce una guida più agile e sportiva rispetto alle altre Bandit col telaio tradizionale a "culla". Scelta tecnica che in seguito adotterà anche la Ducati Monster che uscita nel 1993 con la prima serie otterrà il medesimo successo. Su questa moto inoltre è stata migliorata la forcella anteriore grazie all'intervento di Zack Suspension conferendo al mezzo un ingresso in curva robusto con un'ottimo controllo dell'avantreno che non si sposta mai e non da mai segni di cedimento.
E' una moto che nonostante la piccola cubatura del propulsore sa essere "cattiva" al punto giusto senza temere il confronto con le medie cilindrate dello stesso segmento come Honda Hornet, Ducati Monster, ecc... Avendo un motore derivante da un modello supersportivo ha una coppia molto appuntita e necessita di una precisa carburazione.
Ottimo ed esaudiente story di una piccola belva
RispondiEliminacome la defisci tu,sono felice di averla
la madre delle naked in assoluto
grazie